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DISCIPLINE FILOSOFICHE XXIX, 2, 2019. IL PROBLEMA DELL’ISTITUZIONE. PROSPETTIVE ONTOLOGICHE, ANTROPOLOGICHE E GIURIDICO-POLITICHE. Volume a cura di Enrica Lisciani-Petrini e Massimo Adinolfi

L’attitudine all’“istituzione” rappresenta la caratteristica predominante dell’uomo in quanto tale. Di qui la necessità di comprenderla in base ai mutamenti storico-culturali che via via trasformano le prospettive di senso sull’umano e sul mondo. In questo fascicolo s’intende ripercorrere alcuni vettori classici sul tema dell’istituzione, cercando di attivare uno sguardo nuovo in funzione di un’“ontologia dell’attualità”. I percorsi scelti a tal proposito sono tre.
1) Un primo percorso, a carattere fenomenologico-ontologico, parte dalla critica alla nozione husserliana di “costituzione” (Leistung). Come nel caso di Merleau-Ponty, secondo il quale occorre ripensare alla radice la nozione di “istituzione” (Stiftung): essa appare non più come “azione costituente” di un soggetto intenzionale, ma come “circolazione istituente” un continuo “decentramento e ricentramento” che, nel costante rimando fra passato e presente, fatticità e artificio, natura e cultura, supera la fenomenologia per arrivare, con Jakob von Uexküll, alla biologia. Una direzione lungo la quale si muove anche lo stesso discorso politico.
2) Un secondo percorso, a carattere antropologico, affronta da un lato la concezione “negativa” dell’istituzione risalente a Thomas Hobbes (l’istituzione come freno per la natura umana) e poi sviluppata da Max Weber (le istituzioni come procedure amministrative del funzionamento sociale), Arnold Gehlen (le istituzioni come auto-disciplinamento dell’uomo per la sopravvivenza) e Helmuth Plessner (l’uomo come animale “aperto al mondo” a causa della sua carenza istintuale); dall’altro prende in esame la concezione “positiva” dell’istituzione, che ha avuto la sua più origina-le formulazione in Gilles Deleuze, secondo cui l’istituzione è un “sistema organizzato di mezzi” di tipo espansivo e creativo, approntato per la soddisfazione dei bisogni umani.
3) Un terzo percorso, a carattere giuridico-politico, è volto in primo luogo a considerare le istituzioni non più come costruzioni artificiali, ma come organismi sociali di tipo evolutivo (Herbert Spencer ed Émile Durkheim). Entro questo percorso politico-giuridico si colloca, inoltre, sia l’istituzionalismo di Carl Schmitt che, richiamandosi all’istituzionalismo di Maurice Hauriou e di Santi Romano, si oppone al normativismo e al decisionismo, allo scopo di valorizzare la funzione di corpi ed enti sociali dotati di una vita propria, sia il filone neo-istituzionalista, sorto all’interno della concezione analitica e rappresentato soprattutto da Neil MacCormick e Ota Weinberger.

Istruzioni per gli autori: Sono ammessi testi in lingua italiana, inglese, tedesca e francese. I manoscritti devono essere inviati in formato Word insieme a una versione in PDF come allegato di posta elettronica a Enrica Lisciani-Petrini (elis.petrini@unisa.it) e a Massimo Adinolfi (m.adinolfi@unicas.it). I contributi verranno inviati a due reviewers indipendenti secondo la procedura del referaggio doppiamente cieco. I reviewers possono richiedere all’Autore di modificare o migliorare i loro contributi per la pubblicazione. Si prega quindi di allegare sia una versione del contributo anonima intitolata “Manoscritto” sia una “Pagina Copertina” separata in cui siano indicati il nome completo degli Autori, il titolo accademico, l’Università (o l’Istituto) di appartenenza e i recapiti. Il Manoscritto deve contenere un abstract in inglese che non superi le 150 parole e 5 parole-chiave (Keywords). Ogni proprietà del file che potrebbe identificare l’Autore deve essere rimossa per assicurare l’anonimato durante la procedura di referaggio. Di ogni testo verrà accusata ricevuta. Nella preparazione potrà essere adottato qualunque stile chiaro e coerente, ma in caso di pubblicazione l’autore dovrà inviare una versione finale che rispetti le norme editoriali della rivista (si vedano le norme redazionali alla pagina https://www.disciplinefilosofiche.it/norme-redazionali/). Inviando un manoscritto, l’autore sottintende che il testo non è stato pubblicato in precedenza in nessun’altra sede e che non è oggetto di considerazione da parte di alcun’altra rivista. In caso di pubblicazione, l’autore è tenuto a rinunciare ai diritti a favore dell’Università degli Studi di Bologna. Potrà richiedere alla Direzione della Rivista il diritto di ripubblicare l’articolo.

Invio: 31 marzo 2019
Decisione: 31 maggio 2019
Versione finale: 31 luglio 2019