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Discipline Filosofiche, XXXI, 1, 2021: Esemplarità: un modello di pensiero per la conoscenza estetica, a cura di Michela Summa e Karl Mertens

L’esperienza estetica può essere caratterizzata come esperienza valutativa ed emotiva di singolarità artistiche o naturali. Apprezziamo una sinfonia, siamo toccati da un dipinto, troviamo noioso uno spettacolo teatrale, siamo colpiti da un tramonto, ecc. Anche nei casi in cui la risonanza emotiva è diffusa, non facilmente identificabile, oppure relativa a un’atmosfera piuttosto che a un oggetto, ciò a cui si riferisce l’esperienza estetica non è un’idea astratta o generale, ma sempre qualcosa di concreto e singolare, dato sensibilmente. La riflessione sull’esperienza estetica compiuta nell’estetica filosofica e nella teoria dell’arte riflette questo orientamento verso la singolarità. Eppure, in tale riflessione teorica, le singolarità esperite ottengono un significato “esemplare”. Come è da intendersi questo modello di pensiero esemplare?
In generale, considerare le singolarità come esemplari significa prenderle non solo come individui spazio-temporali, ma anche come rappresentazioni di qualcosa che non è più singolare e individuale. Questo, tuttavia, può essere inteso in modi diversi. Una singolarità può essere considerata come esemplificazione nella misura in cui rende concretamente intuibili concetti, idee o principi generali o astratti. In questo senso, l’esemplificazione ha una funzione illustrativa. Se questo è uno dei modi in cui le singole opere possono essere affrontate anche in estetica, ridurre il significato dell’esemplarità e del pensiero esemplare all’illustrazione rappresenta tuttavia un forte limite.
Almeno a partire da Baumgarten e ancor più significativamente con Kant, la teoria estetica ha messo in discussione l’idea che l’esemplificazione sia solo un processo di illustrazione. La rivalutazione del pensiero esemplare al di là dell’illustrazione va di pari passo con la rivalutazione di una concezione più ampia della verità legata alla conoscenza sensibile o cognitio sensitiva (Gadamer, Schaub): l’estetica, in questo senso, eleva l’individuale, il sensibile e il finito al rango di una conoscenza che non è da considerarsi subordinata a forme di conoscenza astratta o di ordine superiore. In questo quadro, la generalità non è separata dalla singolarità, e quindi non può essere illustrata. Le opere d’arte sono invece “esemplari”, in quanto sono “generalità individuali” (ein individuelles Allgemeines: Schleiermacher, Frank).
Il pensiero esemplare in estetica mostra anche come l’esemplificazione sia legata alla pragmatica e all’ermeneutica dell’espressione. Gli esempi sono sempre esempi di qualcosa per qualcuno. Ciò significa che gli oggetti singolari non sono di per sé esempi, ma diventano esempi nella misura in cui vengono interpretati e utilizzati come esempi, per lo più in contesti comunicativi.
Considerare la connessione tra esemplarità ed espressione permette di evidenziare importanti fonti di significato che vanno oltre la denotazione e la rappresentazione (Goodman). Dire che un dipinto esprime o esemplifica tristezza, in questo senso, è diverso dal dire che un dipinto denota, illustra o rappresenta la tristezza. Potremmo dire, invece, che il dipinto incarna la tristezza, o che la esprime e allo stesso tempo la costituisce.
Considerare l’esemplarità e il pensiero esemplare alla luce della loro funzione nella conoscenza estetica implica in ultima analisi una rivalutazione del potere cognitivo dell’immaginazione, del pensiero analogico e della risonanza emotiva. Questo, almeno in parte, è già presente nella Poetica e nella Retorica di Aristotele, ed è particolarmente sottolineato nell’estetica moderna, in particolare da Hume e Kant. Tale rivalutazione dell’esemplarità in estetica, infatti, culmina probabilmente nella Critica della facoltà di giudizio, dove Kant attribuisce al giudizio estetico un potere cognitivo in virtù alla sua necessità esemplare, e cioè della necessità di un giudizio individuale che però solleva una pretesa di validità universale, “per chiunque”. In questo senso, il pensiero esemplare acquisisce – oltre al suo valore illustrativo, descrittivo, espressivo ed euristico – anche un valore normativo.
Le funzioni epistemiche dell’ermeneutica e della pragmatica dell’esemplificazione possono essere valutate anche al di là del campo dell’estetica ed avere un ulteriore impatto su altri campi della filosofia. Il pensiero esemplare elaborato nell’estetica filosofica può così assumere una funzione cruciale per affrontare i problemi legati alla comunicabilità, alla socialità, all’educazione delle emozioni. In tal modo, l’estetica moderna porta in luce la necessità di occuparsi di come possano essere strutturate forme di comunicazione che mirano a un accordo in assenza di argomenti o di criteri di verificazione univoci, proprio perché l’accordo che si cerca verte su qualcosa di irriducibilmente singolare (Cavell).
Ampliando queste tendenze dell’estetica filosofica, questo numero di Discipline Filosofiche si propone di offrire una piattaforma per la rivalutazione del pensiero esemplare nel campo dell’estetica filosofica e per discutere se e come questo possa contribuire alla rivalutazione del pensiero esemplare in altri campi della filosofia.
Le aree tematiche suggerite, ma non esclusive, comprendono le seguenti:
1) teoria e prassi dell’esemplificazione estetica: la funzione epistemica, lo status ontologico e, in senso più ampio, l’importazione filosofica degli esempi;
2) rivalutazione di concezioni storiche e contemporanee del pensiero esemplare in estetica;
3) il ruolo dell’immaginazione e delle emozioni nella formazione, nella comprensione e nell’apprezzamento di esempi estetici;
4) il momento descrittivo e normativo dell’esemplificazione estetica e del pensiero esemplare;
5) tipologie di esempi nell’estetica filosofica e nella teoria dell’arte;
6) la funzione degli esempi estetici per l’esperienza sociale, per l’educazione morale e per l’educazione delle emozioni.

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Scadenza per l’invio del manoscritto: 15 dicembre 2020
Notifica della decisione: 15 febbraio 2021
Scadenza per l’invio della versione finale: 31 marzo 2021